Bergers d'Arcadie I

Bergers d'Arcadie I (Nicolas Poussin)LES BERGERS D'ARCADIE (I), quadro realizzato tra il 1627 ed il 1630, era stato commissionato a Poussin dal nobile prelato, discendente dall'antica famiglia romana, Carlo Camillo MASSIMO (o MASSIMI). Nato nel 1620, a soli 33 anni divenne Patriarca di Gerusalemme, poi Nunzio Apostolico in Spagna ed infine, nel 1670, innalzato alla porpora cardinalizia. Del grande suo amore per l'arte ci ricorda l'abate Bellori che, nelle Vite, descrive anche le meraviglie custodite nel palazzo del cardinale, alle Quattro Fontane:

L'Atrio superiore adornato di statue, di bassirilievi et di teste antiche. Tra le pitture delle camere due storie di Mosé, la favola di Apolline che s'innamora di Dafne, di Nicolò Pusino. Hercole che uccide i serpenti, picciola figura di Annibale Carracci; paesi di Claudio Lorenese, et opere di insigni maestri colorite ad olio, sicome nelle volte delle camere a fresco di Giuseppino, de gli Albecci et di altri. Fra le statue, il Ganimede rapito et un torso di Bacco di arteficio et di marmo greco. Libreria non meno elettissima in ogni disciplina, che ornata di herme di filosofi, di antiche pitture, musaici, commessi, inscrittioni erudite. Tra manoscritti molto numero di Arabici e di Coptici et alcuni originali del Petrarca et del Sannazaro, ma principalmente del Cardinale Belarmino, di Santa Teresa et di San Carlo, con altri libri impressi et annotati dal Baronio, dal Bembo, dal Boccalini, et diversi di miniature, di disegni, di stampe rare et di figure. Evvi il famoso Gazofilacio delle medaglie distinte in più serie, per conservatione uniche et per rovesci numerosissime, et delle gemme, tra i quali il bellissimo cammeo antico con testa di Cicerone, raro et di gran pregio; il tutto corrispondente al dotto et nobil genio di questo degnissimo Prelato.

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Et in Arcadia Ego (Guercino)Nonostante il quadro non figuri espressamente citato nell'opera del Bellori - vi è fugacemente richiamato con il riferimento «In altro simile soggetto figurò il fiume Alfeo» - è certo che alla morte del cardinale (12.9.1677) il quadro fu ereditato dal fratello, Fabio Camillo MASSIMO (1621-1686). Non si hanno più altre notizie fino al 1761, epoca in cui il quadro fa, invece, bella mostra di sé, sempre in Inghilterra, nella collezione del duca di Devonshire a CHATSWORTH, cittadina prossima a Shugborough e, ovviamente, la sua presenza in quel luogo non può non essere collegata al noto bassorilievo marmoreo.

Di quest'opera si possono notare altri paralleli con almeno due famosi componimenti artistici. Il GUERCINO, il primo artista che ha impiegato in un dipinto la frase "Et in Arcadia Ego" aveva sicuramente visto ed apprezzato il San Francesco in meditazione del contemporaneo Annibale CARRACCI la cui inscrizione recita:

Io imago de(lla) morte mezza da(l) paesaggio ottantacinque F(E)CIT.

Pastori in Arcadia (Benedetto Castiglione, detto il Grechetto)Il quadro del Guercino è documentato, per la prima volta, in un inventario della collezione del cardinale Antonio BARBERINI, del 1644, che, peraltro, aveva commissionato all'artista altri importanti opere ed è proprio in casa del Barberini che, forse, il Poussin ebbe modo di ammirarlo ed apprezzarlo. [2]

L'altra opera che, invece, potrebbe essere stata composta sotto l'influsso del tema ripreso da Poussin è il quadro di Benedetto CASTIGLIONE che c'informa come fossero vive, all'epoca, le suggestioni intorno al tema della conoscenza e del tempo. Anche in questo dipinto due personaggi muniti di bastone (pastori?) puntano con il dito sulle parole - Temporalis, Aeternitas - scolpite in un antico monumento in rovina. [3]



Note

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[3] Les Bergers d'Arcadie - Un tableau très particulier...

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